12 maggio

L'EVOLUZIONE DEL PREZZO DELL'ELETTRICITÀ: DA PUN A PUN INDEX GME A PREZZI ZONALI

 

Indice argomenti

Dal PUN al PUN Index GSE

L'emergere dei prezzi zonali e l'importanza per i consumatori finali

Come viene calcolato il prezzo zonale

Conclusioni



Negli ultimi anni, il mercato dell’energia elettrica in Italia ha attraversato trasformazioni significative, sia sul piano regolatorio che in termini di trasparenza e dettaglio dei prezzi. Una delle evoluzioni più rilevanti riguarda il passaggio dalla semplice indicazione del PUN (Prezzo Unico Nazionale) a forme più articolate come il PUN Index GME e l’introduzione sempre più marcata dei prezzi zonali.

 

Dal PUN al PUN Index GME: cosa è cambiato?

Fino alla fine del 2024, il PUN è stato per anni il riferimento principale del mercato elettrico italiano. Si tratta del prezzo medio di acquisto dell'energia elettrica sulla Borsa Elettrica (IPEX), calcolato come media aritmetica sulla base dei volumi scambiati. Per semplicità, molte offerte commerciali si basavano (e in parte ancora si basano) su questo valore come indice di riferimento. Con l’evoluzione del mercato e la crescente esigenza di trasparenza, dal 1 Gennaio 2025, il Gestore dei Mercati Energetici (GME) ha introdotto il PUN Index GME, un indice ufficiale e pubblicamente disponibile basato su una media ponderata dei prezzi zonali, che consente di:

  • monitorare l’andamento del PUN con maggiore granularità,
  • distinguere tra PUN orario, giornaliero, settimanale, mensile,
  • favorire confronti più accurati tra offerte indicizzate.

Questo ha permesso agli operatori del settore di creare offerte più aderenti al mercato reale e ai consumatori di capire meglio i meccanismi alla base del prezzo finale dell’energia.


L’emergere dei prezzi zonali

Dietro il concetto di “Prezzo Unico” si è sempre celata una realtà più complessa: quella dei prezzi zonali. L’Italia è suddivisa in diverse zone elettriche (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Sicilia e Sardegna), e in ciascuna zona il prezzo dell’energia può variare in funzione:

  • della disponibilità di produzione locale,
  • della domanda,
  • della capacità di trasmissione tra le zone.

Negli ultimi anni, queste differenze si sono fatte più marcate, specialmente in presenza di congestioni di rete o squilibri tra domanda e offerta. Il risultato? I prezzi zonali stanno diventando un parametro sempre più rilevante, soprattutto per i grandi consumatori, gli operatori energetici e i trader.

Perché tutto questo è importante anche per i consumatori finali?

Anche se molti contratti domestici e aziendali restano ancora indicizzati al PUN nazionale, cresce il numero di offerte basate su formule legate a indici più specifici (come il PUN Index mensile o i prezzi zonali medi). Capire la differenza tra PUN e prezzi zonali può aiutare a:

    -    scegliere l’offerta più adatta al proprio profilo di consumo,

    -    valutare meglio i costi reali dell’energia,

    -    ottimizzare i consumi in funzione della fascia oraria o della zona geografica.

 

Come viene calcolato il prezzo zonale?

Il prezzo zonale rappresenta il prezzo di equilibrio dell’energia elettrica in una specifica zona del mercato italiano. Per comprenderne il calcolo, è utile sapere che il mercato elettrico italiano funziona secondo un modello di offerta e domanda su base oraria e per area geografica.

Il processo di calcolo si articola in più fasi:

  1. Suddivisione del territorio in zone elettriche
    • L’Italia è divisa in zone geografiche (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Sicilia, Sardegna e alcune estere collegate).
    • Ogni zona è un nodo del sistema in cui si incrociano domanda e offerta.
  2. Raccolta delle offerte sul Mercato del Giorno Prima (MGP)
    • I produttori offrono energia specificando quantità e prezzo per ciascuna ora.
    • I consumatori (o i fornitori per loro conto) indicano la quantità che desiderano acquistare.
  3. Risoluzione del mercato attraverso il market coupling
    • Il GME, in collaborazione con Terna (il gestore della rete), ottimizza il dispacciamento dell’energia tenendo conto:
      • delle offerte presentate,
      • delle capacità di trasmissione tra zone (i cosiddetti "colli di bottiglia"),
      • dei vincoli fisici della rete.
  4. Separazione delle zone in caso di congestione
    • Se le linee tra due zone non possono trasmettere tutta l’energia richiesta, il sistema “separa” le zone: ciascuna ha allora un proprio prezzo di equilibrio determinato dalla domanda/offerta locale.
    • Questo porta a prezzi diversi in ciascuna zona per la stessa ora.
  5. Determinazione del prezzo zonale
    • In ogni zona, viene calcolato il prezzo marginale zonale, cioè il prezzo dell’ultima offerta accettata per soddisfare la domanda locale, tenuto conto dei limiti di rete.
    • Questo è il prezzo a cui l’energia sarà valorizzata per tutti gli operatori attivi in quella zona in quell’ora.

Un esempio concreto:

Immagina che la Sicilia, per una certa ora, abbia una forte richiesta di energia, ma la produzione locale sia limitata e le connessioni con il continente non possano trasferire abbastanza energia. Il prezzo zonale in Sicilia salirà rispetto al prezzo nel Nord Italia, dove magari c'è abbondante offerta e reti meno congestionate.

Questa dinamica rende il sistema molto più realistico e aderente alla fisica della rete, ma anche più variabile. Ecco perché i prezzi zonali sono oggi monitorati con crescente attenzione, soprattutto da chi consuma molto o opera in ambito industriale o energetico.

 

In conclusione

L’evoluzione da PUN a PUN Index GME e prezzi zonali riflette la naturale maturazione del mercato elettrico italiano, verso una maggiore precisione e trasparenza. Per i consumatori e gli operatori del settore, si tratta di un’opportunità per leggere meglio il mercato, ma anche di una sfida: quella di restare aggiornati e saper interpretare dati sempre più dettagliati.